Turandot 2019

A. S. 2018-19

Turandot di Giacomo Puccini con l’Associazione Europa InCanto

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Copertina libretto Turandot

Scarica qui il libretto Turandot


La Turandot è un’opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, uno dei suoi allievi.

Fu rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala di Milano, con Rosa Raisa, Francesco Dominici, Miguel Fleta, Maria Zamboni, Giacomo Rimini e Giuseppe Nessi sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!», ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, dichiarando al pubblico: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera successiva, sempre sotto la direzione di Toscanini, l’opera fu rappresentata nella sua completezza, includendo anche il finale di Alfano.

Nel dicembre del 1923 il Maestro completò tutta la partitura fino alla morte di Liù, cioè fino all’inizio del duetto cruciale. Di questo finale egli stese solo una versione in abbozzo discontinuo. Puccini morì a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando le bozze del duetto finale così come le aveva scritte il dicembre precedente.

L’incompiutezza dell’opera è oggetto di discussione tra gli studiosi. C’è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa della morte dell’autore, bensì per l’incapacità, o piuttosto l’impossibilità da parte del Maestro di risolvere il nodo cruciale del dramma: la trasformazione della principessa Turandot gelida e sanguinaria, in una donna innamorata.


 Personaggi

  •     Turandot, principessa (soprano)
  •     Altoum, suo padre, imperatore della Cina (tenore)
  •     Timur, re tartaro spodestato (basso)
  •     Calaf, il Principe Ignoto, suo figlio (tenore)
  •     Liù, giovane schiava, guida di Timur (soprano)
  •     Ping, Gran Cancelliere (baritono)
  •     Pang, Gran Provveditore (tenore)
  •     Pong, Gran Cuciniere (tenore)
  •     Un Mandarino (baritono)
  •     Il Principe di Persia (tenore)
  •     Il Boia (Pu-Tin-Pao) (comparsa)
  •     Guardie imperiali – Servi del boia – Ragazzi – Sacerdoti – Mandarini – Dignitari – Gli otto sapienti –  Ancelle di Turandot – Soldati – Portabandiera – Ombre dei morti – Folla

L’azione si svolge a Pechino, «al tempo delle favole».

Atto I

Un mandarino annuncia pubblicamente un editto: Turandot, figlia dell’Imperatore, sposerà il pretendente di sangue reale che abbia svelato tre difficili indovinelli da lei stessa proposti; colui però che non riuscirà a  risolverli, sarà decapitato. Il principe di Persia, ultimo dei tanti sfortunati pretendenti, ha fallito la prova e sarà giustiziato al sorger della luna. All’annuncio, tra la folla impaziente di assistere all’esecuzione, è presente il vecchio Timur che, nella confusione, cade a terra e Liù, la sua fedele schiava, chiede aiuto. Un giovane di nome Calaf corre ad aiutare il vecchio e  riconosce nell’anziano uomo suo padre, re tartaro spodestato. I due si abbracciano commossi e il giovane Calaf prega il padre e la devota schiava Liù di non pronunciare il suo nome per paura dei regnanti cinesi, i quali hanno usurpato il trono del padre. Nel frattempo, mentre il boia affila la lama preparandola per l’esecuzione, la folla continua ad agitarsi.
Al sorgere della luna, entra il corteo che accompagna la vittima. Alla vista del giovane principe, la folla, dapprima eccitata, si commuove per la giovane età della vittima, e chiede per lui la grazia. Turandot allora entra e, glaciale, ordina il silenzio alla folla e con un gesto dà l’ordine al boia di giustiziare il Principe.
Calaf, che prima l’aveva maledetta per la sua crudeltà, è ora turbato dalla regale bellezza di Turandot, e decide di tentare anche lui la risoluzione dei tre enigmi. Timur e Liù tentano di dissuaderlo, ma lui si lancia verso il gong dell’atrio del palazzo imperiale. Tre figure lo fermano: sono Ping, Pong e Pang, tre ministri del regno, che tentano di convincerlo a lasciar perdere, manifestando l’insensatezza dell’azione che sta per compiere. Ma Calaf, quasi in una sorta di delirio, si libera di loro e suona tre volte il gong, invocando il nome di Turandot. Turandot appare quindi sulla loggia imperiale del palazzo e accetta la sfida.

Atto II

È notte. Ping, Pong e Pang si dolgono di come, in qualità di ministri del regno, siano costretti ad assistere alle troppe esecuzioni delle sfortunate vittime di Turandot, mentre preferirebbero vivere tranquillamente nei loro possedimenti in campagna.
Sul piazzale della reggia, tutto è pronto per il rito dei tre enigmi. C’è una lunga scalinata in cima alla quale si trova il trono in oro e pietre preziose dell’imperatore. Ci sono i sapienti, i quali custodiscono le soluzioni degli enigmi, poi ci sono il popolo, il Principe ignoto ed i tre ministri. Ci sono anche Liù e Timur. L’imperatore Altoum invita il principe ignoto, Calaf, a desistere, ma quest’ultimo rifiuta. Il mandarino fa dunque iniziare la prova, ripetendo l’editto imperiale, mentre entra in scena Turandot. La bella principessa spiega il motivo del suo comportamento: molti anni prima il suo regno era caduto nelle mani dei tartari e, in seguito a ciò, una sua antenata era finita nelle mani di uno straniero. In ricordo della sua morte, Turandot aveva giurato che non si sarebbe mai lasciata possedere da un uomo: per questo, aveva inventato questo rito degli enigmi, convinta che nessuno li avrebbe mai risolti.
Calaf riesce a risolvere uno dopo l’altro gli enigmi e la principessa, disperata e incredula, si getta ai piedi del padre, supplicandolo di non consegnarla allo straniero. Ma per l’imperatore la parola data è sacra. Turandot si rivolge allora al Principe e lo avverte che in questo modo egli avrà solo una donna riluttante e piena d’odio. Calaf la scioglie allora dal giuramento proponendole a sua volta una sfida: se la principessa, prima dell’alba, riuscirà a scoprire il suo nome, egli le regalerà la sua vita. Il nuovo patto è accettato, mentre risuona un’ultima volta, solenne, l’inno imperiale.

Atto III

È notte. Si sentono da lontano gli araldi che annunciano l’ordine della principessa: quella notte nessuno deve dormire a Pechino, il nome del principe ignoto deve essere scoperto a ogni costo, pena la morte.
Calaf intanto è sveglio, convinto di vincere e sognando le labbra di Turandot, finalmente libera dall’odio e dall’indifferenza.
Giungono Ping, Pong e Pang, che offrono a Calaf qualsiasi cosa per il suo nome. Ma il principe rifiuta. Nel frattempo, Liù e Timur vengono portati davanti ai tre ministri. Appare anche Turandot, che ordina loro di parlare. Liù, per difendere Timur, afferma di essere la sola a conoscere il nome del principe ignoto, ma dice anche che non svelerà mai questo nome. Pur torturata continua a tacere, riuscendo a stupire Turandot: le chiede cosa le dia tanta forza per sopportare le torture, e Liù risponde che è l’amore a darle questa forza.
Turandot è turbata da questa dichiarazione, ma torna subito ad essere l’algida principessa di sempre e ordina ai tre ministri di scoprire a tutti i costi il nome del principe ignoto. Liù, sapendo che non riuscirà a tenerlo nascosto ancora, strappa di sorpresa un pugnale ad una guardia e si trafigge a morte, cadendo esanime ai piedi di un sconvolto Calaf.
Il corpo senza vita di Liù viene portato via accompagnato dalla folla che prega. Turandot e Calaf restano soli e lui la bacia. La principessa in un primo momento lo respinge, ma poi ammette di aver avuto paura di lui la prima volta che l’aveva visto, e di essere ormai travolta dalla passione. Tuttavia ella è molto orgogliosa, e supplica il principe di non volerla umiliare. Calaf le fa il dono della vita e le rivela il nome: Calaf, figlio di Timur. Turandot, saputo il nome, potrà perderlo, se vuole.
Il giorno dopo, davanti al palazzo reale, è riunita dinanzi al trono imperiale una grande folla. Squillano le trombe. Turandot dichiara pubblicamente di conoscere il nome dello straniero: «il suo nome è Amore». Tra le grida di giubilo della folla la principessa si abbandona tra le braccia di Calaf.

(fonte: http://www.cantarelopera.com/libretti-d-opera/turandot-di-giacomo-puccini.php)

Giovanna Casolla … Turandot
Sergej Larin … Calaf (as Sergeij Larin)
Barbara Frittoli … Liù
Carlo Colombara …Timur
 José Fardilha …Ping
 Francesco Piccoli …Pang 
Carlo Allemano …Pong
 Aldo Bottion …L’Imperator
e Altoum Vittorio Vitelli …Un Mandarino
 Yuanyuan Liu …Executioner (as Liu Yuanyuan)
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino /Zubin Mehta

Leggi qui il libretto della Turandot del Teatro La Fenice di Venezia del 2007


Spartiti da cantare


 

Istruzioni per realizzare i costumi di scena


L’autore

Giacomo Puccini

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Giacomo Puccini nacque a Lucca il 22 dicembre del 1858 sestogenito dei nove figli di Michele Puccini (Lucca, 27 novembre 1813 – ivi, 23 gennaio 1864) e di Albina Magi (Lucca, 2 novembre 1830 – ivi, 17 luglio 1884).

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casa natale di Puccini a Lucca

Il padre di Giacomo era uno stimato professore di composizione presso l’Istituto Musicale Pacini. La  morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva cinque anni, mise in condizioni di ristrettezza la famiglia. Il giovane Puccini fu mandato a studiare presso lo zio materno, Fortunato Magi. Giacomo si iscrisse all’Istituto Musicale di Lucca dove il padre era stato docente. Buonissimi risultati ottenne con il professor Carlo Angeloni, già allievo di Michele Puccini, mostrando un talento non comune. A quattordici anni Giacomo poté iniziare a contribuire all’economia familiare suonando l’organo in varie chiese di Lucca.

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9933840_1 Puccini ottenne dalla regina Margherita una borsa di studio di cento lire al mese, per un anno che gli consentì di perfezionarsi presso il Conservatorio di Milano dal 1880 al 1883. All’epoca Milano era il centro principale del teatro operistico e non si poteva aver successo nell’opera se non passando per Milano. Durante questi anni divise una camera con l’amico Mascagni. Tra i suoi insegnanti spiccano i nomi di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini.

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Nel 1884, Puccini aveva iniziato una convivenza (destinata a durare, tra varie vicissitudini, tutta la vita) con Elvira Bonturi, moglie del droghiere lucchese Narciso Gemignani. Elvira portò con sé la figlia Fosca, e tra il 1886 e il 1887 la famiglia visse a Monza, in corso Milano 18, dove nacque l’unico figlio del compositore, Antonio detto Tonio.

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Elvira Bonturi e Giacomo Puccini

Dopo Edgar, la terza opera – Manon Lescaut – fu un successo straordinario, forse il più autentico della carriera di Puccini. Illica e Giacosa avrebbero scritto poi i libretti delle successive tre opere, le più famose e rappresentate di tutto il teatro pucciniano. La prima, La bohème (basata sul romanzo a puntate di Henri Murger Scènes de la vie de Bohème), è forse la sua opera più celebre.

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Madama Butterfly (basata su un dramma di David Belasco) è la prima opera esotica di Puccini. Il suo debutto alla Scala nel 1904 fu un solenne fiasco, probabilmente almeno in parte orchestrato dalla concorrenza. Dopo alcuni rimaneggiamenti, l’opera fu presentata al Teatro Grande di Brescia, dove raccolse un successo pieno, destinato a durare fino ad oggi.

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Frattanto erano cominciati gli anni più difficili della vita di Puccini. Nel 1903 il musicista, appassionato di automobili, rimase gravemente ferito in seguito ad un incidente e dovette sopportare una lunga e penosa convalescenza.

Nel 1906 la morte di Giacosa mise fine alla collaborazione a tre che aveva dato vita ai precedenti capolavori. I tentativi di collaborazione con il solo Illica, in particolare a una Maria Antonietta, naufragarono tutti.

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 Illica e Puccini 

Nel 1909 fu la volta di una tragedia e uno scandalo che colpirono profondamente il musicista: a ventitré anni la domestica Doria Manfredi, perseguitata dalla gelosia ossessiva di Elvira, si suicidò avvelenandosi. Il dramma aggravò ulteriormente i rapporti con la moglie ed ebbe pesanti strascichi giudiziari.

Nel 1912 morì anche Giulio Ricordi, l’editore al quale Puccini era profondamente legato e che considerava un secondo padre.

Sul fronte artistico, la passione per l’esotismo (da cui era nata Butterfly) spingeva sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali legati ad altre tradizioni musicali: nacquero così, nel 1910 La fanciulla del West, un western ante-litteram, e nel 1917La rondine, concepita come operetta e diventata in seguito un singolare ibrido tra questo genere e quello dell’opera lirica.

L’eclettismo pucciniano, e insieme la sua incessante ricerca di soluzioni originali, trovarono piena attuazione nel cosiddetto Trittico, ossia in tre opere in un atto rappresentate in prima assoluta a New York nel 1918. I tre pannelli presentano caratteri contrastanti: tragico e verista Il tabarro, elegiaca e lirica Suor Angelica, comico Gianni Schicchi.

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Giacomo Puccini e Ferdinando Fontana

Nel 1919 Puccini fu costretto a lasciare Torre del Lago perché disturbato dall’apertura di un impianto per l’estrazione della torba.

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viareggiopuccini2 House-museum of Giacomo Puccini, Torre del Lago Puccini, Tuscany, Italy

Villa Puccini a Torre del Lago

Per un periodo egli visse nel comune di Orbetello, nella Bassa Maremma, dove acquistò sulla spiaggia della Tagliata una vecchia torre di avvistamento del tempo della dominazione spagnola, oggi detta Torre Puccini. In seguito andò ad abitare in un elegante villino a Viareggio. Qui il compositore si dedicò alla sua ultima opera: Turandot, che lasciò incompiuta.

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Puccini si entusiasmò subito al nuovo soggetto e al personaggio della principessa Turandot, algida e sanguinaria, ma fu assalito dai dubbi al momento di mettere in musica il finale, coronato da un insolito lieto fine, sul quale lavorò un anno intero senza venirne a capo. L’opera rimase incompiuta poiché Puccini morì a Bruxelles nel 1924, per un infarto miocardico acuto, sopraggiunto qualche giorno dopo un disperato intervento chirurgico eseguito per estirpare un diffuso cancro alla gola che lo tormentava da qualche tempo.

Le ultime due scene di Turandot, di cui non rimaneva che un abbozzo musicale discontinuo, furono completate da Franco Alfano sotto la supervisione di Arturo Toscanini; ma la sera della prima rappresentazione lo stesso Toscanini interruppe l’esecuzione sull’ultima nota della partitura pucciniana, ossia dopo il corteo funebre che segue la morte di Liù. Nel 2001 vide la luce un nuovo finale composto da Luciano Berio, basato sul medesimo libretto e sui medesimi abbozzi.

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Franchetti, Mascagni e Puccini

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Puccini a Torre del Lago  

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Puccini e Toscanini

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La tomba del maestro si trova nella cappella della villa di Torre del Lago.

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Maschera funebre di G. Puccini


OPERE liriche

  • Le Villi, libretto di Ferdinando Fontana (prima rappresentazione al Teatro dal Verme di Milano, 31 maggio 1884).
  • Edgar, libretto di Ferdinando Fontana (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 21 aprile 1889).
  • Manon Lescaut, libretto di Luigi Illica, Marco Praga, Domenico Oliva (prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino, 1º febbraio1893).
  • La bohème, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino, 1º febbraio 1896).
  • Tosca, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (prima rappresentazione al Teatro Costanzi di Roma, 14 gennaio 1900).
  • Madama Butterfly, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 17 febbraio 1904).
  • La fanciulla del West, libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini (prima rappresentazione al Metropolitan Opera di New York, 10 dicembre 1910).
  • La rondine, libretto di Giuseppe Adami (prima rappresentazione all’Opéra di Monte Carlo, 27 marzo 1917).
  • Il tritticoIl tabarro, libretto di Giuseppe Adami, Suor AngelicaGianni Schicchi, libretto di Giovacchino Forzano (prima rappresentazione al Metropolitan di New York, 14 dicembre 1918).
  • Turandot, libretto di Renato Simoni e Giuseppe Adami (incompiuta alla morte di Puccini, completata da Franco Alfano: prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 25 aprile 1926).

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Altre composizioni

• Pezzi per organo e per pianoforte 1874-1878 (?)
• A Te, romanza per voce e pianoforte, s.d. ma probabilmente composta negli anni Settanta
• Preludio a orchestra in Mi minore, 1876
• Mottetto per San Paolino per voce solista, coro e orchestra, 1877
• I figli d’Italia bella, cantata per voce solista, coro e orchestra, 1877
• Credo per soli, coro ed orchestra, 1878 (riutilizzato nella Messa a quattro voci)
• Prime fantasie, valzer per banda, 1879 (perduto)
• Vexilla regis per coro maschile ed organo, s.d. ma composta tra il 1874 e il 1880
• Messa a quattro voci con orchestra, 1880
• Tre minuetti per quartetto d’archi, entro il 1881
• Adagio in La maggiore, per quartetto d’archi, 1881-1882
• Fuga in Re minore, 1881-1882 (?)
• Fuga in Do minore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Sol maggiore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Do maggiore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Mi minore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Sol maggiore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Sol maggiore a quattro voci, composta tra il 1881 e il 1883
• Quartetto per archi in Re maggiore, composto tra il 1881 e il 1883
• Preludio sinfonico in La maggiore, per orchestra, 1882
• Ah! se potesse, romanza per tenore e pianoforte, 1882 (?) (perduta)
• Scherzo in La minore per archi, 1882
• Seguitiam del reo le impronte, frammento di un’opera sconosciuta (forse Lucida Mansi), post 1882
• Fuga Reale per quartetto d’archi, 1883
• Melanconia, romanza per voce e pianoforte, 1883 (?)
• Salve Regina, per soprano e harmonium o pianoforte, 1883 (?)
• Storiella d’amore, melodia per voce e pianoforte, 1883 (?)
• Ad una morta, romanza per mezzosoprano o baritono e pianoforte o orchestra 1883 (?)
• Adagetto per orchestra, composto tra il 1881 e il 1883
• Trio in Fa maggiore per orchestra, composto tra il 1881 e il 1883
• Fuga in Sol minore, 1883
• Mentìa l’avviso, scena e romanza per tenore e pianoforte, 1883
• Capriccio Sinfonico, 1883
• Scherzo per quartetto d’archi, 1883 (?)
• Sole e amore, romanza per voce e pianoforte 1888
• Crisantemi, per quartetto d’archi, 1890 ( “Alla memoria di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta”, composto in una notte alla memoria di suo amico)
• Piccolo Valzer per pianoforte, 1894
• Avanti Urania!, romanza per voce e pianoforte, 1896
• Inno a Diana, romanza per voce e pianoforte, 1897
• E l’uccellino, ninna-nanna per voce e pianoforte, 1899
• Scossa elettrica, marcetta brillante per pianoforte, 1899 (?)
• Terra e mare, romanza per voce e pianoforte, 1902
• Canto d’anime, pagina d’album per voce e pianoforte, 1904
• Requiem per coro, viola, armonium o organo 1905
• Ecce sacerdos magnus, per coro a quattro voci, 1905
• Dios y Patria, inno scolastico per voce e pianoforte, 1905
• Casa mia, per voce e pianoforte, 1908
• Piccolo tango per pianoforte, 1907 o 1910 (autenticità molto dubbia)
• Foglio d’album per pianoforte, 1907 o 1910 (autenticità molto dubbia)
• Sogno d’or, romanza per voce e pianoforte, 1912
• Morire?, romanza per voce e pianoforte, 1917 (?)
• Inno a Roma, per voce e pianoforte, testo di Fausto Salvatori, 1919
• Andantino, per voce e pianoforte, s.d.

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(fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Puccini )


Classi 2A e 2F 2018-19 a cura di M.R. Mazzola

Il progetto Scuola InCanto – Turandot di Giacomo Puccini proposto dall’Associazione Europa InCanto e patrocinato dal MIUR offre agli studenti la possibilità di scoprire e vivere da protagonisti il fascino del melodramma, a scuola e in teatro.

Il percorso di Scuola InCanto coinvolge semplicità gli alunni grazie al suo metodo didattico: momenti giocosi e divertenti sono infatti capaci di introdurli allo studio del canto in maniera stimolante, soprattutto tramite l’utilizzo di strumenti specifici che li accompagnano e li appassionano al mondo dell’opera  lirica. Il libro è fondamentale per la formazione didattica e intellettuale, OperApp, l’App gratuita di Europa InCanto, è lo strumento digitale utile per una graduale scoperta dell’opera. Inoltre ogni classe iscritta avrà a disposizione il cd audio che supporta lo studio delle tracce musicale da cantare, e un dvd Karaoke i cui contenuti video potranno essere proiettati direttamente in aula con la LIM per lo studio dei  brani e  per  le  parti  tradotte in Lis (Lingua  dei  segni italiana). Sarà possibile scaricare il cd audio e il dvd Karaoke direttamente  dal  sito http://www.europaincanto.it e  ne  verrà  comunque  consegnata  una  copia  a ciascuna  classe.

Terminato il percorso formativo in aula, a cura della docente scrivente per le classi 2A e 2F e con il supporto per due incontri con gli esperti cantanti di Europa Incanto, gli studenti partecipano  attivamente  al  laboratorio/spettacolo  finale  in  un Teatro insieme   ai   cantanti   professionisti   e   all’Orchestra  Europa InCanto, diretti da un direttore d’orchestra.

Il percorso di apprendimento e la concertazione corale saranno svolti in classe, in orario curriculare, in maniera dinamica e interattiva dalla docente scrivente: la LIM della classe sarà utilizzata per condividere i filmati audio-video contenuti nel DVD, facilitando così gli alunni nell’intonazione dei brani e nell’interpretazione di alcune arie, il Dvd contiene anche una versione delle arie nella Lingua Italiana dei Segni (LIS).

Il progetto Scuola inCanto- Turandot è suddiviso in diverse fasi di lavoro:

  1. La prima fase prevede tre incontri di formazione, in orario extra scolastico, dedicati ai soli insegnanti, nei mesi di dicembre e gennaio, per favorirne il coinvolgimento e per dotarli dei necessari strumenti teorici e pratici per guidare gli studenti nella realizzazione del progetto.
  2. La seconda fase comporta due laboratori condotti dalla docente e da alcuni esperti dell’Associazione presso la sede scolastica in orario scolastico.
  3. La terza fase prevede un laboratorio-spettacolo che riunisce i ragazzi e gli insegnanti di tutte le scuole aderenti all´iniziativa e anche dei familiari in un Teatro di Roma, dove sarà messa in scena, in una versione adattata al progetto, una rappresentazione di Turandot di Giacomo Puccini. È prevista la partecipazione di un genitore per ciascun alunno allo spettacolo finale (i dettagli e il costo del biglietto saranno comunicati in seguito).

Il progetto Scuola inCanto – Turandot, sarà curato nell’aspetto musicale di concertazione musicale dalla docente scrivente e prevede l’uso del sito web Musica@scuola http://www.musicaescuola.wordpress.com per la dispensa di lezioni, l’organizzazione del lavoro dei gruppi, il suggerimento di video da YouTube e di altri materiali utili al progetto.

È richiesta la collaborazione attiva dei genitori (costumi) e dei genitori rappresentanti dei Consigli delle classi 2A e 2F.

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Teatro Argentina, Maggio 2019. Orchestra Europa InCanto, Direttore M° G. Mirabile, Solisti di Europa InCanto e Coro degli alunni delle scuole di Roma e provincia, per l’I.C. Via Dal Verme di Roma classi 2F e 2A a cura di M. R. Mazzola